giovedì 30 giugno 2016


THE ROLLING STONES - It's only rock and Roll (but I like it)


Mostra in via santa margherita, 10 Bologna


ONO Arte Contemporanea presenta THE ROLLING STONES. It’s only Rock and Roll (but I like it), una mostra fotografica di Michael Putland e Terry O’Neill che ripercorre la carriera dei Rolling Stones, a partire dagli esordi negli anni Sessanta, per arrivare alla consacrazione al grande pubblico nel corso del decennio successivo. 


«Everywhere you looked in London, something was happening». Terry O’Neill, fotografo nato nell’East End di Londra, descrive così l’ambiente in cui si trova immerso nel pieno della Swinging London. Batterista jazz, il suo sogno era stato da sempre quello di poter volare negli States per suonare nelle band più famose ma, per inseguire quel sogno americano, O’Neill è costretto a trovarsi un lavoro che gli consenta di mantenersi. Inizia così la sua carriera come fotografo, un po’ per caso, all’interno della British Airways prima, e come fotoreporter dopo. 

Il suo approccio alla macchina fotografica, non tarda a collimare con la sua passione per la musica: è infatti sua, la prima immagine apparsa su di un quotidiano inglese che ritrae i Beatles nello studio di Abbey Road. Ma a Londra in quegli anni, oltre al quartetto di Liverpool, un’altra band stava cominciando a far parlare di sé, i Rolling Stones. Negli anni Sessanta, il loro look - ancora “da bravi ragazzi” - non si discosta poi molto da quello dei 4 di Liverpool. Terry O’Neill li immortala per le strade di Londra, regalandoci alcune delle immagini più famose del gruppo in quella che possiamo definire come la formazione originale e più amata, con Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts, Bill Wyman e l’oramai leggendario Brian Jones


Se da un punto di vista estetico dunque, gli Stones appaiono nelle foto di O’Neill, ancora alla ricerca di uno stile identificativo, dal punto di vista musicale, già da questo primo periodo emerge quella caratteristica che sarà la vera e grande differenza tra loro e i Fab Four: il loro approccio appare infatti fin da subito diverso, già graffiante e intriso di rimandi alla tradizione americana. Questa differenza comincerà a essere sempre più lampante anche nel look, che nel corso degli anni Settanta si fa più sicuro e trasgressivo, dimostrando tutta la sicurezza propria delle rock star e uno stile adatto al loro nuovo status. E così, come delle vere e proprie rock star appaiono agli occhi e all’obiettivo di Michael Putland, che essendo il loro fotografo ufficiale all’inizio degli anni Settanta, riesce e riprenderli da un punto di vista privilegiato e a congelare quel cambiamento sulla pellicola

Michael Putland, oltre ad essere sul set di molti video tra cui il celebre IT’S ONLY RNR (BUT I LIKE IT), segue la band in tour, testimoniando una delle loro principali caratteristiche, ovvero la performance live. A differenza dei Beatles, che smisero di suonare dal vivo a metà degli anni 60, gli Stones hanno costruito il loro mito soprattutto nei live e soprattutto negli anni ‘70, diventando in poco tempo una macchina da spettacolo tuttora attiva e vitale. Il punto di vista privilegiato di Putland non è però solo sul palco ma anche nei backstage, in studio e durante i numerosi party abilmente raccontati in immagini che rappresentano un’era. 

Immagini che, assieme a quelle in mostra, si trovano nel nuovo titolo della collana che ONO cura per Lullabit, THE ROLLING STONES by PUTLAND nelle librerie da settembre ma presentato in anteprima durante la mostra in galleria


lunedì 27 giugno 2016


LUMIERE! L'INVENZIONE DEL CINEMATOGRAFO


Dal 25 giugno al 2 luglio, Spazio Sottopasso - Piazza Maggiore


La XXX edizione del festival Il Cinema Ritrovato, promosso dalla Cineteca di Bologna, è in programma dal 25 giugno al 2 luglio.

Il paradiso dei cinefili: 400 film in 8 giorni con i migliori restauri da tutto il mondo.

Evento della XXX edizione la mostra dedicata agli inventori del cinema: Auguste e Luois Lumière

Alle origini del cinema: arriva in prima nazionale a Bologna la mostra dedicata ai fratelli Lumière, evento speciale per festeggiare i 30 anni del festival Il Cinema Ritrovato, promosso dalla Cineteca di Bologna dal 25 giugno al 2 luglio.

Lumière! L'invenzione del cinematografo: questo titolo della mostra dedicata agli inventori del cinema. Auguste e Louis Lumière, che verrà inaugurata il 24 giugno (per rimanere poi aperta fino a gennaio 2017), alla presenza Thierry Fremaux, direttore dell' Institut Lumière di Lione, che ha creato l'esposizione. 
La mostra sarà allestita nello Spazio in Piazza Maggiore: il cuore di Bologna diventa un paradiso dei cinefili. E' proprio in Piazza Maggiore, infatti, che si concluderanno tutte le serate del Cinema Ritrovato, dopo le proiezioni che ci accompagnano per 8 giorni da mattina a sera in 5 sale della città.
Una eccezionale raccolta di materiali originali, strumento per i primi pionieristici esperimenti dei fratelli Lumière si intreccerà alla scenografia di proiezioni che ci porteranno alla scoperta della nascita del cinema. Per l'occasione, la Cineteca di Bologna pubblicherà un cofanetto con i film dei fratelli Lumière restaurati dal laboratorio della Cineteca, L'Immagine Ritrovata.

"Un evento curato dall'Institut Lumière che per la prima volta varca i confini della Francia", racconta il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli. "L'avventura della famiglia che ha inventato il Cinematografo: Antoine, pittore e fotografo, i due figli Louis e Auguste così capaci che, ancora adolescenti, prendono le redini dell'industria di famiglia. E' Louis infatti, appena diciassettenne, ad inventare la famosa Etiquette Bleue, una lastra fotografica per l'epoca molto sensibile che consente, per la prima volta, di fissare e riprodurre il movimento. Lo stabilimento dei Lumière è la primaindustria fotografica d'Europa, e nel 1884 conta già più di 250 dipendenti. E' in quegli stessi anni che si scatena una gara a colpi di brevetti ed invenzioni tra Europa e Stati Uniti: la fotografia in movimento è l'oggetto di una ricerca incessante, la cui epopea potremo raccontare anche grazie al contributo delle collezioni del Museo nazionale del Cinema di Torino e della Cinémathéque Royale de Belgique. Sarà Louis ad inventare il Cinématographe: i Lumière sono gli ultimi inventori e allo stesso i primi autori e programmatori del cinema.
Dal 1896 il Cinématographe Lumière restituisce il mondo al mondo. Per la prima volta tutti possono ammirare immagini in movimento di tutti i luoghi del pianeta. E i protagonisti non sono i reali e le grandi personalità, ma gli uomini e le donne, le città, i paesaggi di tutti i paesi del mondo. Ai Lumiére non si deve solo il cinematografo, ma anche una serie straordinaria di invenzioni, tra cui i bellissimi Autochromes (la prima fotografia a colori) e la proiezione in £D. Tutto questo, e molto di più, in una mostra che ci farà ritrovare un luogo dic Bologna a lungo invisibile e le origini dello sguardo moderno sul mondo".

Gian Luca Farinelli illustrerà al pubblico il profilo della XXX edizione del Cinema Ritrovato. Con lui, il critico e storico del cinema Roy Menarini e il suo (ormai di culto) cine-quiz, che metterà in palio, per chi saprà rispondere alle impossibili domande, alcuni accrediti al festival. 
Scorreranno quindi sullo schermo del Cinema Lumière le prime anticipazioni dalla prossima edizione del festival, a cominciare da un assaggio dai nuovi restauri del progetto pluriennale dedicato al restauro dell’opera muta di Buster Keaton. 

Il viaggio del Cinema Ritrovato ci porterà quindi in Giappone (in particolare alla scoperta del suo cinema a colori) e nell'ex Unione Sovietica (con i film del "disgelo", nella seconda metà degli anni cinquanta), mentre l'autore italiano "riscoperto" quest'anno sarà Mario Soldati.
A completare il tutto, in attesa che si delinei il cartellone degli ospiti e la composizione delle 20 sezioni che costituiranno la totalità del festival, una panoramica dei migliori nuovi restauri da tutto il mondo.

Informazioni e dettagli su: www.festival.ilcinemaritrovato.it


venerdì 17 giugno 2016


Il Cinema Ritrovato & Sotto le Stelle del Cinema



Torna il grande cinema in Piazza Maggiore a Bologna. 


Con le anticipazioni di Sotto le stelle del cinema (dal 18 giugno al 15 agosto, più 50 serate di cinema in Piazza Maggiore) e Il Cinema Ritrovato (dal 25 giugno al 2 luglio: 5 sale cinematografiche, Piazza Maggiore e Piazzetta Pasolini): e prende forma un cartellone con i restauri dei film con Marlon Brando e l'omaggio a Dino Risi nel centenario della nascita.

Da Un tram che si chiama desiderio a Il Padrino: l'icona di Marlon Brando. E poi i cento anni di Dino Risi, a partire dal nuovo restauro del suo cult Il sorpasso.
La Cineteca di Bologna è pronta ad alzare il sipario di Piazza Maggiore: più di 50 serate Sotto le stelle del cinema, per una manifestazione dal carattere unico, capace di raccogliere ogni sera d'estate migliaia di persone davanti ai grandi classici della storia del cinema o alle proposte più particolari e interessanti della produzione più recente.
Sotto le stelle del cinema, promosso dalla Cineteca di Bologna nell'ambito di bè bolognaestate, tornerà allora in Piazza Maggiore da sabato 18 giugno per accompagnare il pubblico fino al 15 agosto compreso: sarà un grande restauro come quello di Amarcord di Federico Fellini (e per l'occasione vedremo anche un preziosissimo montaggio, realizzato da Giuseppe Tornatore, con tagli e sequenze inedite, scoperte lo scorso anno proprio durante la realizzazione del restauro) ad aprire il cartellone sabato 18 giugno.

E se le retrospettive dedicate a Marlon Brando e Dino Risi rappresentano l'ossatura di Sotto le stelle del cinema, il festival Il Cinema Ritrovato, che la Cineteca di Bologna promuove per il 30mo anno dal 25 giungo al 2 luglio, ne rappresenta il cuore.
Il cammino verso Il Cinema Ritrovato continua domenica 19 giugno con Io la conoscevo bene di Pietrangeli (introduce Alina Marazzi). Lunedì 20 è la volta di CONCIVES 1116-2016, il nuovo documentario realizzato da Giorgio Diritti per festeggiare il Nono centenario del Comune di Bologna (a seguire incontro col regista).
Martedì 21 giugno, la prima serata speciale dedicata a Dino Risi con il nuovo restauro realizzato dal laboratorio della Cineteca di Bologna. L'immagine Ritrovata, del Sorpasso (ritroveremo poi il maestro della commedia all'italiana in una lunga carrellata agostana).

Giovedì 23 giugno inizieremo a respirare un'atmosfera francese, con il restauro della Carmen di Georges Bizet, trasposta al cinema da Francesco Rosi e interpretato da una leggenda come il basso Ruggero Raimondi, ospite d'eccezione della serata, assieme a Nicolas Seydoux di Gaumont e Frédérique Bredin, presidentessa del Centre national du cinéma et de l'image animée (CNC): quest'anno avrà infatti un prologo italiano, a Bologna , Fete du Cinema che prenderà il via in Francia il 26 giugno.
In concomitanza con l'inaugurazione in prima nazionale della mostra Lumière! L'invenzione del cinemtografo nello Spazio Sottopasso in Piazza Re Enzo, la serata di venerdì 24 giugno sarà tutta dedicata ai fratelli Lumière, con una selezione dei loro film commentati dal vivo da Thierry Fremaux, curatore a sua volta della mostra.

Da sabato 25 giugno, inizia il Cinema Ritrovato, con i suoi 400 film presentati dalla mattina alla sera in 5 sale della città, prima di ritrovare, ogni sera, le quinte di Piazza Maggiore, dove vedremo Tempi moderni di Charlie Chaplin, per festeggiare gli 80 anni del film, accompagnato dal vivo dall'Orchestra del teatro Comunale di Bologna (sabato 25 giugno); un primo assaggio di Marlon Brando con il nuovo restauro - voluto da Martin Scorsese e Steven Spielberg - del suo unico film da regista, One-Eved Jacks, diretto e interpretato da Brando nel 1961 (domenica 26 giugno); il nuovo restauro, realizzato da L'Immagine Ritrovata, di Valmont di Milos Forman (lunedì 27 giugno); ancora serata con il grande cinema muto e l'Orchestra del Teatro Comunale che vedrà confrontarsi il Chaplin del Monello e due nuovi restauri del Progetto Keaton, The High Sign e Cops (mercoledì 29 giugno); il nuovo restauro realizzato dall'Immagine Ritrovata dell'Albero degli zoccoli di Ermanno Olmi; Il buco di Jacques Becker, autore al centro di una delle retrospettive più attese del festival Il Cinema Ritrovato (venerdì 1 luglio); ultima sera del Cinema Ritrovato è invece affidata a Fat City di John Huston (sabato 2 luglio).

E poi tanto cinema del presente, con un'attenzione particolare a una regista, attrice e produttrice come Valeria Golino, protagonista in giuria all'ultimo Festival di Cannes, prima di ritrovare Marlon Brando a cavallo tra luglio e agosto e concludere il cartellone di Sotto le stelle del cinema con Dino Risi.

venerdì 10 giugno 2016


ROSE. Residenza Mahony Collective


Villa delle Rose, dall' 8 giugno al 31 luglio

La conoscenza umana e la concezione del passato sono universali?


Il gruppo di artisti austro-tedeschi Mahony Collective riflette da sempre sulle trasformazioni sia materiali che concettuali di avvenimenti storici e oggetti considerati icone culturali. 
Ghost and the self  si compone di otto installazioni che mettono in risalto la relazione conflittuale tra l'immagine contemporanea delle società europee e il loro passato coloniale rendendo visibile anche quello che è stato dimenticato, rimosso, ghosts appunto.
Attraverso l'utilizzo e la combinazione di media differenti, dalla pittura al video, emergono vecchie leggende, e nuove interpretazioni senza però mai arrivare ad una risposta certa, unica, universale. l'obiettivo del collettivo è anche quello di mettere in correlazione la formazione degli Stati europei con i loro progetti di espansione coloniale e la nascita degli studi antropologici e antropometrici per la definizione scientifica degli standard razziali.
Da qui la visita degli artisti al Museo dell'Antropologia dell'Università di Bologna che ha portato alla creazione di un'opera strettamente connessa al capoluogo emiliano.

(da www.zero.eu)


Residenza per Artisti Sandra Natali - Villa delle Rose


Promuovere e valorizzare la giovane arte internazionale è l'obiettivo di Rose, programma di residenza che l'istituzione Bologna Musei / MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna ha avviato per l'anno 2016-2017.
Il progetto, curato da Giulia Pezzoli, coinvolge la Residenza per Artisti Sandra Natali e la sede espositiva di Villa delle Rose nelle quali gli artisti soggiornano e producono nuovi lavori, per arrivare all'allestimento e all'apertura di una mostra monografica. Momenti di preparazione ed elaborazione coinvolgono pubblico specializzato e generico durante l'elaborazione e la realizzazione dei progetti.

Il primo periodo di residenza vede la presenza a Bologna, da inizio maggio 2016, del Mahony Collective, che presenta al pubblico la mostra Ghost and the self, scelto per la capacità di dare forma, attraverso un linguaggio ironico, a un'immagine della società europa contemporanea in cui gli elementi di un passato coloniale e di una storia di dominazione ed espansione culturale riaffiorano, apparentemente edulcorati da un'estetica essenziale e rarefatta, coerente con le tematiche trattate.
L'esposizione, visibile a Villa delle Rose dal 9 giugno al 31 luglio, si svolge nell'ambito di CONCIVES 1116 - 2016 Nono centenario del Comune di Bologna e include otto grandi installazione che, attraverso la combinazione di media differenti, analizzeranno episodi esemplificativi delle contraddizioni che hanno caratterizzato la storia coloniale dell'Occidente, ponendole in relazione con gli aspetti più attuali della cultura contemporanea, ad oggi ancora rintracciabili nei dibattiti politici e nei conflitti sociali del presente.

martedì 7 giugno 2016


Bio Parco 2016 - Biografilm Festival


Parco del Cavaticcio, dal 1 al 21 giugno


Il Bio Parco è la rassegna di eventi fuori sala di Biografilm Festival che anima ogni anni il Parco del Cavaticcio proponendo quotidianamente proiezioni, spettacoli teatrali, incontri e concerti. 

Luogo cult dell'estate bolognese, Bio Parco offre un programma ricco e denso di happening e concerti aperti al pubblico, oltre a uno spazio food e ad attività pomeridiane per bambini e ragazzini.

La rassegna musicale, vero cuore del Bio Parco, offre quasi tre settimane di concerti che raccolgono il meglio delle band indipendenti e alternative italiane. Dal 2014, anno della decima edizione di Biografilm Festival, la selezione musicale è a cura di Locomotiv Club, che in pochi anni si è distinto come contenitore culturale innovativo ed eclettico per la città di Bologna, spaziando dal rock all'elettronica e diventando riferimento per la scena italiana ma anche per le tappe dei più blasonati artisti internazionali.




Il Biografilm Food District è l'area di Bio Parco dedicata alla ristorazione, in cui il cibo diventa uno strumento per la diffusione di quei valori che Biografilm promuove sin dalla sua nascita: la tradizione, la cultura, la qualità, il rispetto per l'ambiente e la convivialità. Tramite un apposito bando, Biografilm Festival seleziona il meglio delle proposte culinarie locali, nazionali e internazionali, disponibili anche in comodi menù.



Biografilm for kids è il programma di laboratori creativi per bambini ospitato ogni pomeriggio al Bio Parco, un progetto didattico che indaga i rapporti interiori del bambino con sè, la relazione con l'altro, l'emotività e le emozioni, i bisogni, il rapporto tra la parola e l'immagine, attraverso l'espressività artistica e la costruzione manuale. La capacità espressiva del bambino è lasciata libera, nell'ottica di un progetto comune, di giocare e scoprire, di provare e osservare, di cercare ed assemblare.


giovedì 2 giugno 2016


Luci Mie Traditrici - Salvatore Sciarrino


Teatro Comunale, 14-17 giugno 2016

Al Teatro Comunale di Bologna va in scena Luci mie traditrici, uno dei lavori teatrali più celebri di Salvatore Sciarrino in una nuova produzione firmata dal regista Jürgen Flimm.



Il repertorio teatrale contemporaneo costituisce uno dei fili conduttori delle stagioni più recenti del  Teatro Comunale di Bologna: dopo Il suono giallo di Solbiati nel 2015 (Premio Abbiati dell'Associazione Nazionale Critici Musicali come migliore novità del 2015), il prossimo 14 giugno debutta Luci mie traditrici di Salvatore Sciarrino – Leone d'Oro 2016 della Biennale di Venezia –  in una nuova produzione internazionale realizzata con la Staatsoper unter den Linden di Berlino (dove andrà in scena a luglio) firmata da Jürgen Flimm, uno dei più importanti registi teatrali tedeschi. 

Sul podio dell'Orchestra della fondazione bolognese un grande esperto del repertorio contemporaneo, e di Sciarrino in particolare, Marco Angius. Nei ruoli vocali Katharina Kammerloher (La Malaspina), Lena Haselmann (L'ospite), Christian Oldenburg (Un servo della casa), Otto Katzameier (Il Malaspina), Lena Haaselmann (Voce da dietro). Scene di Annette Murcheit, costumi di Birgit Wentsch, luci di Sebastian Alphons e drammaturgia di Jens Schroth. 

«Luci mie traditrici – dichiara il sovrintendente Nicola Sani – è una delle più belle opere del nostro tempo. Con le parole di Marco Angius, potremmo definirla "indagini su una tragedia", un teatro musicale intenso e suggestivo, dove la componente drammaturgica s’impone musicalmente all’ascolto prima ancora delle suggestioni sceniche. È un’opera meteorologica nel senso che le voci dei protagonisti si trovano immerse in un ambiente reale e insieme trasfigurato. La musica di Sciarrino trasforma i fenomeni quotidiani minimi in realtà universali. La sua ecologia del suono coglie le implicazioni psicologico-percettive dei cambiamenti d’ambiente, trasformandole in termini compositivi e teatrali. Suoni-sfondo costellano il soundscape di Luci mie traditrici, segnando il passare del tempo e il mutare del clima; un costante pulsare che definisce una sorta di vegetazione sonora abitata da una fauna fantastica. Come in un film di musica, la percezione dello spettatore si sposta con salti d’inquadratura repentini e la tensione viene accresciuta facendo ruotare la musica stessa in senso inverso al procedere degli eventi, con i battiti cardiaci che saltano e si arrestano, il respiro che si fa pesante, le interferenze delle riprese esterne che appaiono a intermittenza accrescendo la suspense. Siamo particolarmente orgogliosi che la nuova produzione di quest'opera straordinaria del compositore italiano oggi più rappresentativo sul piano internazionale, realizzata dal Teatro Comunale in collaborazione con la Staatsoper di Berlino – uno dei più importanti teatri del mondo – con la regia e la direzione d'orchestra di due grandi firme quali Jürgen Flimm e Marco Angius, veda la luce a Bologna prima delle successive riprese sul celebre palcoscenico della capitale tedesca». 



Opera del 1996, Luci mie traditrici è fra i lavori più eseguiti del compositore siciliano, divenendone simbolo privilegiato della poetica drammaturgica. «Luci mie traditrici – sostiene Salvatore Sciarrino – voleva essere la vera e propria affermazione di una riforma del teatro, perché l’uso delle voci, l’invenzione e la maturazione dello stile vocale permettono di nuovo di fare teatro, non solo di cantare genericamente sulla scena, cosa che non mi ha mai interessato. Il mio è un teatro “dopo” il cinema, a partire dal modo in cui sono tagliate le scene, che procedono per blocchi secchi che “sottraggono” e fanno capire quello che avviene». «Luci mie traditrici – specifica il compositore – è un’opera nel pieno senso del termine. Essa non torna indietro, a modelli preesistenti, né si sporca di retorica a buon prezzo. La sua forza risiede nell’espressione del canto, nella creazione di uno stile vocale. Uno stile di nuovo inventato».

Scrivendo su questo lavoro di Sciarrino, il musicologo Gianfranco Vinay afferma «opera, dunque, ma non nel senso della tradizione settecentesca e ottocentesca. Piuttosto in quello delle diverse “favole”, “rappresentazioni”, “musiche sopra...”, “tragedie in musica” dell’inizio del melodramma, senza alcuna intenzione, però, di rifarsi a esse come a modelli. Il rapporto di Sciarrino con la tradizione non è mai retrospettivo, ma progressivo. Tradizione come sfida alla creatività, come sprone ad un rinnovamento costante, a calarsi nei panni dei Peri e dei Caccini che “oggi” si proponessero di reinventare il melodramma a partire dal suo fondamento primo: l’intonazione musicale del testo poetico-drammatico». 

La prima rappresentazione di Luci mie traditrici del 14 giugno sarà trasmessa in diretta radiofonica su Rai Radio 3. Il 9 giugno (ore 18, Foyer Respighi) il compositore e il sovrintendete Nicola Sani presenteranno l'opera al pubblico.

(da www.comunalebologna.it)